Pallavolo Storie – Filippo Lanza: “La semifinale con Perugia è un regalo del destino”

Filippo Lanza ha trovato con la maglia del Vero Volley il modo di tornare prepotentemente sulla ribalta, anche in una stagione iniziata in maniera inattesa e per alcuni versi incredibile, in cui con il mercato chiuso si è trovato a dover risolvere un problema contrattuale con la Perugia. Intervistato da Ernesto Branca per sportfair.it il martello argento olimpico a Rio 2016, che punta ad essere tra i protagonisti azzurri anche a Tokyo 2020, come nel suo carattere ha parlato senza problemi della situazione che ha vissuto a Perugia e delle ambizioni del suo nuovo club, arrivato per la prima volta inaspettatamente, ma meritatamente, tra le quattro che si contenderanno lo scudetto tricolore.
SEMIFINALI CONQUISTATE – “E’ stato molto difficile avere la meglio nella sfida contro Vibo, come ogni anno. Il campionato italiano è uno dei più impegnativi, ti mette davanti a mille difficoltà ogni domenica… Siamo stati bravi, perché avevamo iniziato la stagione con il freno a mano tirato. Abbiamo dovuto fare i conti con molte difficoltà, tra cui il cambio di allenatore, che non ha giovato. Da quel momento però ci siamo guardati in faccia e abbiamo deciso di rimboccarci le maniche, conquistando un quarto posto in regular season che ci ha permesso di sfruttare due gare in casa nei quarti dei playoff contro la quinta, Vibo appunto “.
PAURA DI NON FARCELA – “No, questi tipi di pensieri mi vengono nei giorni precedenti alla partita, quando sei in attesa di giocare la gara più importante della stagione. Vivi la pressione e uno stato d’ansia costante negli attimi prima dell’incontro, quando scendi in campo l’obiettivo è portare a casa la partita e ti concentri solo su quello. Rimani sempre molto focalizzato sul tuo ruolo e su come mettere in pratica quanto provato in settimana. L’ansia è sempre qualcosa di positivo, una sorta di paura che ti permette di concentrarti molto di più e rimanere attento in ogni situazione di gioco. Io poi ho anche un po’ di esperienza fatta in questi anni che non guasta mai “.
MONZA CAMPIONE? – “Questo è il primo anno che Monza entra a far parte delle prime quattro del campionato e già questo è un obiettivo immenso per noi. Sia dal punto di vista della Coppa Europea, che ci spetta di diritto per i risultati ottenuti sul campo, sia per il lustro dato alla società. Il grande obiettivo è stato raggiunto, adesso proveremo a superare quel grosso ostacolo che è Perugia, una squadra costruita per vincere. Ci si va a scontrare con un team che ha un potenziale importante, ma come in tutti le stagioni c’è una squadra che stupisce e ricopre il ruolo della mina vagante. Perugia nella serie contro Milano ha avuto delle complicazioni, dunque la sfida sarà difficile ma non impossibile. Queste squadre come Perugia hanno delle individualità che possono cambiare la partita da un momento all’altro, noi non abbiamo queste individualità ma puntiamo sul gruppo e su altre qualità “.
ORA PERUGIA – “Più che uno scherzo è un regalo del destino, con Perugia è finita male perché è stato interrotto il percorso che avevano intrapreso. Mi hanno fatto fuori con modalità che è stato difficile accettare, perché non è stato valorizzato il lavoro che noi atleti svolgiamo nelle società. E’ stata presa una decisione senza considerare la persona, ma questo capita molto spesso nel mondo dello sport, ossia che i grandi club vedano i giocatori come numeri e oggetti “.
COSA E’ SUCCESSO CON LA SIR -“Loro non avevano interessi nei miei confronti perché avevano preso un palleggiatore italiano e il mio ruolo non era più utile, dal momento che avevano già gli italiani da schierare campo. Presa questa decisione, hanno deciso di mettermi spalle al muro senza comunicarmi nulla. Mi hanno messo davanti a una decisione drastica: scegliere di rimanere senza giocare e allenarmi, dunque perdendo un anno, oppure decidere di andare via di mia spontanea volontà. Non mi hanno lasciato alternativa, tra l’altro io ho rimproverato loro il fatto di avermelo comunicato a mercato chiuso, dunque non ho avuto la possibilità di andare in un altro club finché i trasferimenti non sono stati riaperti. Alla fine, mi hanno obbligato a rubare il posto a qualcun altro, perché io sono arrivato a Monza e ho ‘costretto’ un altro ragazzo ad andare via, quindi il mio cambiamento è stato il cambiamento di un altro giocatore “.