Filippo Lanza sta lavorando forte in azzurro, l’obiettivo è prendere l’aereo per Tokyo e lì “rimarginare” la ferita che si è aperta con la sconfitta in finale. Con un futuro di club ancora tutto da ufficializzare, il martello veronese ha rilasciato una intervista a Matteo Sorio per il Corriere di Verona, ad un mese esatto dai Giochi Olimpici di Tokyo 2020.
FERITA APERTA – “Quella finale? II momento più duro della carriera… Tanti di noi ricordano la gioia d’essere arrivati all’argento. Però la verità è che quel Brasile-Italia 3-o ha anche lasciato una ferita aperta”.
PASSIONE AUTENTICA – “Sono nell’età in cui vivi il volley come una passione autentica. Mi arrabbio molto meno, riesco ad accettare di più l’errore. II peso della responsabilità intesa come ansia di perfezione è alle spalle. Oggi sfrutto molto di più i rapporti con compagni e allenatori: la voglia di vincere è costante ma abbraccia anche le piccole vittorie. Perché un obiettivo, pur ridimensionato, rimane comunque un obiettivo”. STESSO GRUPPO – “Siamo il gruppo di cinque anni fa ma più maturo a livello internazionale. La fame agonistica di Rio, quando paradossalmente ci rendemmo conto solo alla fine di dov’eravamo, ci servirà a Tokyo. Poi si vedrà. Alle Olimpiadi entrano in gioco la fortuna, il caso e mille altre variabili”.
SCARICATO DA PERUGIA – “Una storia che mi ha lasciato scottato ma n’è uscita un’annata fantastica Monza mi ha dato fiducia e così abbiamo disegnato orizzonti inediti per il club, dalla semifinale scudetto fino all’accesso alla prossima Coppa Cev. E poi c’è stata la Francia”.
AVVENTURA FRANCESE – “Era aprile e mi mancava la competizione. A Chaumont mi vedevano come la pedina in più per spingersi in finale. La pecca è non aver chiuso con lo scudetto, ma va bene così. In Francia c’è molto più equilibrio a livello fisico e i gesti tecnici fanno Nazionale Filippo Lanza in azione in un match con la maglia azzurra ancora la differenza. Sul piano mediatico la loro Lega è in crescita, il volley è professionismo con tutte le leggi del caso e le tutele sanitarie, lo Stato fornisce ogni anno fondi per investire”.
LA NAZIONALE OGGI – “Abbiamo singoli dalle caratteristiche importanti: la battuta, che nella nuova pallavolo incide molto, il contrattacco, la fase di muro-difesa con la regia di Giannelli. Nel girone partiamo avvantaggiati, al netto della Polonia le altre sono il Giappone, il Canada che ha difficoltà a trovare un gioco fluido, il Venezuela che non ci ha mai dato problemi e l’Iran che col cambio d’allenatore dovrà ritrovare equilibri… Nell’altro girone Usa, Francia, Russia, Brasile cercheranno di farsi fuori l’una con l’altra per noi è importante chiudere in testa il girone: se usciamo ai quarti sarà un disastro, se andiamo in semifinale siamo contenti, arrivare in finale significherebbe aver fatto il botto”.
SE CI FOSSE L’OCCASIONE – “Se ci fosse l’occasione di rimarginare la ferita di Rio, varrebbe la pena provarci…”
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