Pallavolo VNL femminile – Il trionfo degli Stati Uniti fu vera gloria?

(Carlo Lisi per iVolleymagazine.it) E’ innegabile che la lunga serie di affermazioni degli Stati Uniti nella VNL femminile è stato strameritato sul campo. 16 vittorie su 17 gare la dicono lunga sulla potenza della squadra statunitense, che si è permessa una sola giornata di defaillance, contro una Cina scatenata che inseguiva un ingresso quasi impossibile nella Final Four, dopo aver fatto la scelta di lasciare a casa le sue big, entrate nella bolla soltanto nelle ultime sei gare. Il terzo trionfo consecutivo nella Nations League (dopo quelli del 2018 e 2019, nel 2020 non si è giocata) inseguito e voluto, va valutato con la grande fame di vittorie che hanno le ragazze made in Usa ma anche tenendo presente la qualità delle avversarie che ha affrontato.
Detto della Cina, che ha risparmiato la prima parte del tour de force alle sue “stelle” non erano presenti con il miglior organico neanche Serbia ed Italia, ossia le prime due classificate dell’ultimo Mondiale. Su otto aspiranti più o meno dichiarate, che sognano di uscire dall’Ariake Arena (che ospiterà il torneo olimpico) solo Brasile finito secondo, Turchia (terza) e Giappone (quarta) erano al gran completo. La Russia aveva tutte le sue migliori, ma Sergio Busato non ha risparmiato sugli esperimenti e sull’alternanza di formazione.
Gli Stati Uniti con una squadra zeppa di “nuove e vecchie” protagoniste della nostra serie A1, ha dominato, ma c’è da rispondere alla domanda: fu vera gloria?