(Carlo Lisi per iVolleymagazine.it) La finale di Nations League, come un paio di match delle finali tricolori: Wilfredo Leon deludente. Il fuoriclasse cubano naturalizzato polacco doveva essere l’uomo in più della Polonia, ma negli ultimi mesi nel fenomeno dei Caraibi c’è qualcosa che non va. La sua potenza funziona a corrente alternata, soprattutto sembra scemare quando la posta è più importante.
Non si può dire che la sua VNL sia stata completamente negativa, ma i suoi grandi exploit sono stati limitati alla eccezionale prestazione di inizio torneo contro la Serbia campione d’Europa. Contro Podrascanin e compagni l’attaccante di Perugia ha messo a segno ben 13 ace in un solo match (un record difficilmente battibile ad alto livello mondiale) uno dei quali ottenuto con un servizio che ha viaggiato a 135,6 km orari, nuovo record 1,6 km orari più del precedente di Ivan Zaytsev, realizzato nel 2018. Nel proseguimento della manifestazione Leon non si è più esaltato. Heynen lo ha utilizzato come tutto il resto del gruppo alternando presenze a riposi. Ci si aspettava tanto nella finale, ma il Brasile lo ha “sterilizzato” e il finale Wifredo lo ha vissuto fuori dal campo.
C’è chi dice che certi problemi derivino dalla preparazione atletica fatta nell’anno post pandemia, che avrebbe tolto velocità di esecuzione dei colpi sempre incredibilmente potenti del martello centroamericano. Non ci sentiamo in grado di fare disquisizioni in questo campo, ma aspettiamo con curiosità di vederlo in campo a Tokyo per capire se è sempre lui, l’uomo che con le sue giocate può fare la differenza a qualunque livello.
In questi giorni nella nostra tesa c’è una domanda: che succede a Leon?
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