(Carlo Lisi da Tokyo per iVolleymagazine.it) Contro il Giappone la partita della verità per Zaytsev e compagni? Capolista per una notte, la squadra di casa da anni lavora per questo appuntamento, un passo dopo l’altro ha raggiunto la seconda fascia a livello assoluto, e nelle ultime manifestazioni ha dimostrato di poter entrare nella prima. Qui nell’Ariake Arena ha vinto le prime due gare e sa che ha la sua chance di battere l’Italia ed entrare nei quarti con largo anticipo: aumentando l’autostima e risparmiando energie preziose sia a livello fisico, che nervoso. Mai come in questi giochi negli ultimi decenni il sestetto del Sol Levante ha avuto la chance di tornare a giocare per la zona medaglie da dove manca da quasi 50 anni, da Monaco 1972 quando vinse l’oro.
Ci riuscisse sarebbe un piccolo grande miracolo firmato dal duo Nakagaichi-Blain, che su Ishikawa hanno costruito una formazione in grado di lottare con tutti e non sfigurare con nessuno o quasi. Ragazzi di talento, il neo-Vibo Nihida in primis
Contro questi avversari l’Italia dovrà imporsi per ritrovare serenità e credibilità. Stati d’animo perduti dall’inizio del torneo. L’infortunio di Giannelli (di cui ancora non conosciamo pienamente i contorni e soprattutto i tempi di recupero) ha incrinato le certezze italiane, anche in modo inspiegabile se si considera l’esperienza di Juantorena e compagni. Ieri il suo sostituto non lo ha fatto rimpiangere, è stato in campo con la giusta dose di tranquillità. Riccardo Sbertoli è un ottimo regista, destinato a recitare un ruolo importante nel nostro volley negli anni 2020. Indossando l’azzurro della seniores ha già giocato 67 partite, girando il mondo, Trento lo ha scelto per sostituire il partente Giannelli e può fare lo stesso in questo momento particolare in nazionale. E’ il gruppo nel suo insieme che deve dimostrare di più, che deve scrollarsi di dosso i dubbi e giocare con l’animo leggero come hanno fatto i giovani lanciati nella mischia in VNL. L’Italia ha fior di fuoriclasse e il ko subito dalla Polonia l’avrebbe potuto subire qualsiasi squadra di prima fascia internazionale contro Leon e compagni. Le Olimpiadi sono un torneo lungo in cui puoi vincere tutte le gare e poi perdere alla fine, ma accade anche il contrario. Basta vedere cosa è accaduto a Rio de Janeiro cinque anni fa al Brasile…” Meditate gente, meditate” come diceva Renzo Arbore in una nota pubblicità.
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