Arrabbiata per la sconfitta, delusa per la sua prestazione, emozionata di giocare il prossimo incontro a Ravenna la sua citta. Serena Ortolani intervistata da Francesco Barone per il Corriere di Romagna ha raccontato il suo esordio in A2 femminile, dopo una lunghissima carriera ad alto livello.
L’ARRABBIATURA – “Più che arrabbiata mi rode proprio. Perché abbiamo avuto una grande possibilità. Con un po’ più di calma e di serenità avremmo vinto. E questo non me lo leva dalla testa nessuno. Soprattutto dopo aver visto come abbiamo giocato nel primo set dove si è vista una super Omag che ha messo in mostra una pallavolo piacevole”.
RISCHIO DEPRESSIONE – “Siamo una squadra giovane e quando le cose non vanno come si vuole, il rischio è quello di deprimersi e perdere la fiducia, cioè quello che è accaduto. Se si sbaglia, pazienza, bisogna subito resettare tutto e ripartire perché il punto perso è perso mentre c’è da guadagnare quello dopo. Fortunatamente questa è una lacuna che si può colmare giorno dopo giorno e quindi sono certa che molto presto diventeremo una spina nel fianco per tutte le squadre. E lo dico perché in queste settimane ho imparato a conoscere le miei compagne…”
LA PRIMA IN A2 A 34 ANNI – “Fighissimo. Mi sono divertita. Ho ancora la stessa voglia che avevo quando ho iniziato a giocare. Del resto la passione è la passione. Se ami fare qualcosa, non ti importa la categoria e l’età: la fai e basta. Piuttosto sono arrabbiata per altro… Mi hanno chiamata a San Giovanni per fare la differenza, invece domenica mi sono presa 800 murate. Mi dispiace per le mie compagne, ma avrò tempo e modo di rifarmi”.
LA PRIMA VOLTA – “Gioco per la prima volta nella mia città natale, a Ravenna. E quindi sarei bugiarda se dicessi che un pizzico di emozione non c’è. Tutto è partito da lì, del resto. Detto questo, devo pensare alla mia squadra. Vogliamo vendicare subito la sconfitta con Busto, ben sapendo che ci troveremo di fronte un avversario che ha incassato un ko pesante. Sarà una battaglia, ma la Omag deve credere in se stessa, nella nostra forza, nel nostro modo di giocare. E se sbagliamo, si azzera tutto e si riparte”.
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