La carriera di Riccardo Sbertoli ha subito una bella accelerazione: la convocazione per i Giochi Olimpici, il trionfo Europeo in azzurro come vice Giannelli, la bellissima e meritata vittoria in SuperCoppa, hanno portato il regista milanese più volte alla ribalta. In una intervista con Maurilio Barozzi per l’Adige, Sbertoli ha spiegato la sua scelta e soprattutto ha sottolineato che non si sente un vice-Giannelli, ma semmai una alternativa di altissimo livello: “Non ho mai pensato che potesse essere un problema. Non mi sono mai detto: oddio, devo andare a Trento dopo Simone quindi sarà durissima. No. Anzi, quando ho avuto la proposta dalla Trentino Volley ho parlato subito proprio con Simone ed è stato lui a consigliarmi di accettare. lo l’ho vissuta semplicemente come un’occasione unica: giocare nella squadra che avevo sempre ammirato quando ero un ragazzino e vedevo Kaziyski vincere scudetti e coppe non poteva che lusingarmi. Come uomo, poi, ho avuto la possibilità di respirare un’aria nuova, diversa rispetto alla mia Milano. Poi è stata anche una sfida. Trento è da anni tra le migliori società d’Italia e dunque per me significava puntare a qualcosa di importante. Però sia chiaro: io non sono venuto per rimpiazzare Simone. Lui è stato parte della storia del club, ha fatto cose eccezionali. Prima. lo sono arrivato dopo. Non posso essere lui. Quello che mi interessa è fare bene qui e magari far parte anch’io della storia di questa società. Che non vuol dire far meglio o peggio di Simone, vuol dire riuscire a ottenere risultati”
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