(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) C’è chi ritorna a casa per vincere ancora il tricolore e c’è chi vuole conquistarlo per avere un prezioso ricordo affrontando la prima avventura fuori deIl’Italia. Sono Ivan Zaytsev e Paola Egonu, due delle icone del volley italiano: il primo rientrato dalla Russia per calare il tris di scudetti, la seconda che cerca il bis con Conegliano prima di andare ad Istanbul, dove giocherà nel prossimo campionato.
Ivan e la sua Civitanova hanno rischiato di veder sparire il loro obiettivo anzitempo: solo una decina di giorni fasi sono trovati sotto 0-2 nella serie di semifinale con Trento. Poi qualcosa è scattato nella squadra guidata dall’ex c.t. azzurro Blengini, e la corsa allo scudetto è ripartita.
Zaytsev cosa è cambiato nel giro di poche ore? “Trovarsi con le spalle al muro ci ha sbloccato. Quella che si è vista in gara1 e in gara2 di semifinale non era la vera Lube. Sono scesi in campo anche l’orgoglio di tutto il gruppo e il desiderio di non finire male la stagione. Abbiamo cercato di invertire il risultato della serie, ci siamo riusciti e abbiamo raggiunto la finale scudetto contro Perugia».
Lei è tornato in Italia con il desiderio di riproporsi come protagonista nella SuperLega, ma poi ha vissuto una stagione difficile. Il delicato infortunio subito alle Olimpiadi, poi una lunga convalescenza ed il ritorno affrettato, per dare un aiuto alla squadra che era in difficoltà di organico.
“Non voglio entrare nei dettagli di una stagione che è stata molto complicata, però sono comunque stagioni che lasciano qualcosa, che fanno esperienza. La cosa bella, adesso, è avere la possibilità di giocarsi una serie scudetto, che ti può dare la possibilità di lasciare un buon sapore in bocca anche dopo una stagione complicata”.
Si sente in piane condizione?
“Forse ancora no, probabilmente perché ho accelerato i tempi di recupero. A causa dei tanti infortuni che abbiamo avuto in squadra e il mio rientro è stato un po’ forzato. A queste finali ci sarei potuto arrivare un po’ meglio, ma adesso non si guarda più niente. Si va avanti anche se senti qualche doloretto o accusi qualche piccolo acciacco: sicuramente sto molto meglio rispetto alla scorsa estate”.
Lei ha già vinto due scudetti uno con Civitanova ed uno con Perugia…
“Le finali che ho giocato sono sempre state la stessa sfida: Civitanova contro Perugia e Perugia contro Civitanova. Io le ho vinte entrambe. questa è la terza vediamo che succede…”
Come si vive in questi momenti?
“Durante una serie finale è tutto amplificato. Si arriva al termine di una stagione in cui si sono spese tantissime energie, anche mentali e quindi sei un po’ più esposto all’emotività, a vivere certe emozioni con meno controllo. C’è più pressione da parte del pubblico, della società, un po’ da tutti. Logicamente questo aumenta anche la pressione in te stesso. Pensi: “sono arrivato sino a questo punto, ho speso tantissimo e solo l’idea di arrivare secondo ti sembra ingiusta. Cose che ti passano per la testa, ma che sono compensate quando torni in palestra guardi gli altri ragazzi e ti accorgi che per tutti è uguale e che tutto il gruppo dà il massimo per vincere e questo serve ad isolarti dalle pressioni esterne”
Essere arrivati a un passo dal precipizio dell’eliminazione poi essere tornati in corsa, che sensazione le ha dato? “Bellissima, ti trasmette fiducia e sicurezza. Ma ancora non abbia min fatto nulla, dobbiamo completare il viaggio: quella rimasta è l’ultima salita, la più ripida e difficile».
Dopo questa lunga stagione tornerà in Nazionale? ICredo che la mia estate in azzurro comincerà già dalla Nations League, come sempre. Io quella maglia non la lascerò mai, deve essere la maglia a lasciare me. Sono in continuo contatto con lo staff della Nazionale; sono stato lasciato più tranquillo in questo delicato momento della stagione in cui ci dobbiamo giocare la finale. Però, dopo che sarà caduta l’ultima palla, dopo un brevissimo periodo di stacco dal campo, mi concentrerò sull’Italia”.
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