Pallavolo Brasile – Tandara condannata a 4 anni per doping si difende sui social

La giocatrice brasiliana Tandara è stata condannata ieri 23 maggio con una squalifica per doping di quattro anni. La decisione è stata unanime tra i tre componenti del Tribunale antidoping della giustizia sportiva che hanno partecipato a un processo a distanza durato quasi otto ore. La notizia è stata riportata nella notte italiana dai maggiori portali di informazione brasiliani.
La sanzione è retroattiva, s’inizia dalla data dell’esame che ha evidenziato la presenza della sostanza vietata Ostarina, ovvero il 7 luglio 2021. Con quattro anni di squalifica, a Tandara viene impedito di giocare a pallavolo fino al 2025, quando avrà 37 anni.
La giocatrice verdeoro è stata sospesa preventivamente dal 5 agosto, quando è arrivato presso la sede della Federazione Brasiliana, l’esito del test a sorpresa dall’Autorità Brasiliana di Controllo doping (ABCD) durante un periodo di allenamentodella squadra brasiliana. Poiché Ostarine è un modulatore selettivo del recettore degli androgeni (farmaco noto come SARMS), la sospensione provvisoria era obbligatoria. La decisione è giunta all’attenzione di Tandara e del comando della delegazione brasiliana all’alba della semifinale olimpica.
La prima reazione di Tandara quando ha appreso del risultato analitico negativo (il test positivo per una sostanza vietata) è stata quella di incolpare le cure somministratele dal comitato tecnico di selezione, più tardi, quando si è saputo che la sostanza trovata era Ostarine, la cui vendita è vietata in Brasile, ha iniziato a denunciare la contaminazione di un integratore alimentare.

 

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Sono sempre stata stimolata dalle sfide e ho affrontato molte situazioni avverse nel corso della mia vita. Non ho mai parlato apertamente del caso di doping perché ero determinata a dimostrare la mia innocenza, e lo sono ancora. Questa condanna è particolarmente dura per me, perché vengo condannata per qualcosa che non ho fatto e Dio lo sa.

Sono orgogliosa dei miei oltre 18 anni di carriera senza macchia. La mia vita è la pallavolo e chi mi conosce sa che non farei nulla che possa distruggere tutto quello che ho costruito in tutto questo tempo.

Anche se abbiamo prove più che sufficienti che dimostrano la mia contaminazione, ho subito una condanna ingiusta, sproporzionata e preceduta da una strana fuga di notizie su un processo che dovrebbe essere riservato. Purtroppo, l’interpretazione della Prima Sezione del TJDAD è incompatibile con la migliore giurisprudenza internazionale.

In ogni caso, ci appelleremo alla Plenaria affinché venga effettivamente ristabilita la giustizia. Rispetto ma non condivido la decisione odierna. Mi batterò, come ho sempre fatto, per dimostrare la mia innocenza.

Ringrazio tutti per l’affetto e il sostegno dimostrato in questo momento. La sensazione di ingiustizia è angosciante, ma con l’aiuto di tutti voi supererò questo momento e trasformerò questa situazione in carburante per vincere questa battaglia.