Non solo utili per farsi riconoscere in campo. Dietro ai numeri di maglia spesso si nascondono aneddoti, legami affettivi, curiosità, ricordi di vita. I soprannomi vengono dati più o meno per caso e rimangono per tutta la carriera. La Tonno Callipo Vibo Valentia ha fatto raccontare ai suoi atleti i “perché e i percome”
Così, ad esempio, è stato per lo schiacciatore serbo Nikola Mijailovic, che debutta quest’anno in Italia dopo un’intensa carriera nei campionati europei. La sua scelta infatti è ricaduta sul numero 1: “Per un’avventura del tutto nuova ho scelto un numero che non ho mai avuto prima: in maniera benaugurale come un nuovo inizio e spero anche come sinonimo di primo posto…In Grecia mi chiamano Nikos mentre gli allenatori italiani mi chiamano Nik”.
Il centrale Davide Candellaro, unico riconfermato della passata stagione, indosserà la casacca numero 2: “Un numero che avrei già voluto lo scorso anno (quando ha giocato con il n. 9) e che adesso trovando disponibile ho deciso di riprendere rinnovando uno scambio di maglia fatto tanti anni fa con un caro amico”.
Numero 3 cucito sul cuore e sulla maglia per il libero Domenico Cavaccini: “Il numero tre mi accompagna davvero da tanto tempo e per fortuna da quando ho deciso di indossarlo sono sempre riuscito ad averlo. L’ho scelto perché era il numero di mia sorella. Mi chiamano Grillo Atomico, soprannome che mi è stato dato più di dieci anni fa dal mio amico di infanzia Vito. Sentirmi chiamare così e sapere di avere il numero tre sulla casacca mi fa mantenere vivi dei ricordi forti della mia vita”.
Il palleggiatore argentino Santiago Orduna preferisce ancora una volta il numero 5: “Era già il mio numero quando giocavo a calcio e l’ho tenuto per l’intera carriera. Mi chiamano tutti Santi, da qualche parte anche Gaucho oppure Nano ironizzando sulla mia altezza”.
Il numero 6 è di Leonardo Carta, per tutti semplicemente Leo: “È il primo numero che ho avuto in assoluto quando ho iniziato a giocare”.
Scenderà in campo con il numero 7 il centrale Alessandro Tondo: “È stato il primo numero che ho trovato disponibile quando sono arrivato a Reggio Emilia. Ad allenarmi c’era Hugo Conte che mi ha subito fatto notare di aver giocato tutta la sua carriera con il 7 augurandomi che potesse portarmi la stessa fortuna”. Il nomignolo? “Chiamatemi semplicemente Ale…e poi anche il mio cognome è breve quasi come un nickname”.
Scelta secca quella del palleggiatore Lorenzo Piazza con il numero 8: “Ci sono affezionato. È il numero con cui ho iniziato a giocare e quest’anno mi sono sentito di riprenderlo. Il mio soprannome è Lollo”.
Il numero 9 è del giovanissimo Cosimo Balestra: “L’ho voluto perché quest’anno è anche il mio numero in nazionale. Tutti mi chiamano Mino perché è il diminutivo di Cosimino”. Ad accaparrarsi il numero 10 è un altro atleta in erba della nuova Tonno Callipo, l’opposto Matteo Bellia, soprannominato simpaticamente dagli amici Teo o Belly.
Romantico lo schiacciatore Alessio Tallone che opta per il numero 11 perché “era quello con cui ho giocato il mio primo anno in serie B a 17 anni. Per tutti sono Tallo”. Legata ai ricordi anche la scelta dello schiacciatore Jernej Terpin: “Senza dubbi ho riconfermato il suo numero 12 che ho avuto fin dai tempi delle giovanili. Semplificando il mio nome mi chiamano JJ o semplicemente J”.
Resta attaccato al numero 14 il centrale Marco Belluomo: “Ho iniziato a giocare a pallavolo osservando mia sorella e quindi mi è venuto spontaneo prendere il suo stesso numero che mi porto dal primo anno in Serie B”. Ancora nessun soprannome da segnalare per il giovanissimo atleta.
Lo schiacciatore Michele Fedrizzi sulla casacca della Tonno Callipo avrà il numero 15: “È quello avuto per più tempo durante la mia carriera e ormai mi sono affezionato. Il mio soprannome è Friz. Il primo a chiamarmi così è stato il coach della nazionale pre-juniores Mario Barbiero”.
Numero 17 per l’opposto austriaco Paul Buchegger: “È una riconferma avendolo sempre preferito. L’ho cambiato solo una volta con il 18. In Italia tutti mi chiamano Bucci perché la pronuncia del mio cognome è un po’ difficile”.
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