(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) Le sfide tra Italia e Brasile hanno sempre un loro fascino particolare, i motivi di interesse non mancano davvero. E’ sempre stato così nel mondo della pallavolo femminile negli anni 2000, da quando le ragazze con la maglia azzurra e il tricolore sul petto sono arrivate a far parte dell’élite di un movimento che continua ad espandersi e che richiama milioni di telespettatori in ogni latitudine
Sfida classica che non è mai stata così importante, anche se nel 2014 ad Assago Brasile-Italia ha assegnato la medaglia di bronzo. Ma questa sera ad Apeldoorn in palio c’è un posto in finale, obiettivo che entrambi i sestetti cercano e sognano. L’Italia perché vuole arrivare a giocarsi ancora il gradino più alto del podio su cui è salita una volta nell’ormai lontano 2002 a Berlino, il Brasile per sfatare un tabù: trionfare in questa grande manifestazione obiettivo sempre fallito, anche nel 2006 e nel 2010 con in campo il fantastico gruppo dei due trionfi olimpici di Pechino e Londra.
Italia-Brasile è anche l’ennesima sfida tra la nostra Paola Egonu e Gabi Guimaraes, sicuramente due dei più limpidi talenti di questa epoca. Due campionesse e due personaggi tanto diversi tra loro, ma egualmente inserite nel novero dei fenomeni del volley moderno. Due giocatrici che occupano posizioni diverse in campo, ma che riescono egualmente ad incidere ed essere decisive per le loro squadre. Oggi lo faranno ancora una volta l’una contro l’altra, poi tra un paio di settimane si vestiranno allo stesso modo, per portare ancora più in alto il Vakifbank Istanbul di Giovanni Guidetti.
Paola Egonu ha quattro anni in meno della sua prossima capitana nel club. Ma ha già collezionato trionfi e premi individuali, si può dire che la sua carriera è stata costellata da numeri record in campo, ma anche nei contratti. Il suo trasferimento di questa estate da Conegliano ad Istanbul ha fatto scalpore per motivi tecnici, ma anche economici. Si parla di un ingaggio di circa un milione di dollari!
L’azzurra ha esordito giovanissima in nazionale ed ha già due Giochi Olimpici alle spalle. Agli albori della sua carriera che si è visto subito che sarebbe stata esaltante, giocava in posto 4 come Gabi, poi è stata dirottata completamente sulla diagonale della palleggiatrice. A tutti gli amanti di questa disciplina rimarrà sempre la curiosità di come sarebbe potuta diventare la ragazza di Cittadella, in una posizione che l’avrebbe coinvolta maggiormente nel gioco. Però a favore della scelta fatta, ormai almeno 5 anni fa, parlano l’incredibile quantità di palloni messi a terra.
Paola a livello di club ha già vinto praticamente tutto e si è tolta la soddisfazione di collezionare record su record. In nazionale le vittorie sono cominciate ad arrivare soltanto nel settembre 2021, all’indomani della grande delusione Olimpica. A Tokyo l’Italia fu stoppata nei quarti dalla Serbia, rivale con cui aveva perduto il Mondiale 2018 e contro cui avrebbe poi trionfato a livello continentale proprio a Belgrado. Dopo il trionfo in Europa l’Italia guidata da Egonu ha sbaragliato la concorrenza nella Nations League, imponendosi in finale proprio contro il Brasile e contro Gabi.
Se Egonu in questo momento sta “battagliando” con la serba Boskovic per essere considerata la più forte attaccante di posto 2 al mondo. Gabi non ha nessuna vera avversaria per essere la miglior schiacciatrice ricevitrice del momento. Le statistiche di questo mondiale lo dimostrano e lo confermano: precisa in ricezione, preziosa in difesa, perentoria a muro, pungente dalla prima e dalla seconda linea. Il suo apporto è fondamentale a questo Brasile.
Gabi non ha un fisico imponente come quello di Egonu, ma i suoi 181 cm sono sufficienti per farsi rispettare in campo. Arrivata in nazionale, anche per via dell’età mentre la stagione delle bicampionesse olimpiche brasiliane stava esaurendo la sua eccezionale storia, si è capito subito che sarebbe stata la degna erede di Sheilla e compagne. I risultati degli ultimi Giochi Olimpici e di questi Mondiali, in cui è l’indiscutibile leader del gruppo lo sottolineano. La sua esplosione è arrivata quando è approdata in Europa nel 2019: il suo Vakifbank ha abbattuto il “regno” di Conegliano vincendo prima il Mondiale per club 2021 e poi la Champions League 2022.
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