Pallavolo A1 femminile – Lorenzo Bernardi ha fatto conoscenza con il ‘calore’ della Famiglia Igor Volley

(Attilio Mercalli per iVolleymagazine.it) 54enne Lorenzo Bernardi, accompagnato dalla moglie, ha potuto sentire subito il calore della “famiglia IgorVolley” mercoledì scorso nel corso della sua presentazione alla città, agli sponsor ed ai media locali non ha nascondendo una certa qual emozione, emozione trasparsa anche negli occhi di chi l’ha voluto fortemente alla guida per la prima volta di una squadra femminile. Tante le motivazioni di voler approcciare ad un mondo diverso di quel volley che aveva vissuto fino a qualche mese prima e per 25 anni, Bernardi ha ammesso subito che: “Avevo in animo di cambiare e, anche se ben tre società importanti del maschile mi avevano proposto un progetto, ho detto no perché non mi divertivo più. E non è da tutti dare fiducia, così su due piedi, ad un allenatore che viene da un mondo sicuramente diverso come quello del volley maschile, ma la chiamata di Enrico Marchioni con cui avevo lavorato nell’ultima parte della mia carriera da giocatore a Montichiari, ha riacceso in me quell’entusiasmo che si era un po’ spento”. “Questa di Novara – ha spiegato – è una opportunità, è certo anche che sia una sfida che accetto volentieri, perché non è assolutamente vero che la pallavolo femminile sia meno importante di quella maschile. E’ diversa sì, e proprio per questo ha margini di miglioramento e di crescita e io voglio provare a scoprirli e tirarli fuori provando anche ad importare qualche cosa da lì. Naturalmente però tutto deve essere basato sulla fiducia reciproca per capire quali sono le cose che possono dare un beneficio alla causa”. “Ho accettato di venire a Novara a guidare una squadra femminile – ha detto poi Bernardi – sicuramente non di passaggio anche se ho per ora firmato per una sola stagione, né tanto meno per stravolgerne il mondo. La società, con cui si è aperta questa opportunità all’improvviso, non mi ha chiesto obiettivi precisi e io, come mio costume, non faccio proclami perché credo che farli sia un atto di debolezza, non mi sentirete mai dire vinciamo lo scudetto”.
Ma il novarese è un territorio a cui Bernardi ha portato fortuna, infatti ne ha spiegato il perché, attraverso un aneddoto di cui in pochissimi ne erano a conoscenza. “Venire da queste parti a lavorare, forse, sotto sotto, ha un senso che forse chiude un cerchio. Era il giugno del 1986, e a pochi chilometri da qui, ad Arona, – ha raccontato – si giocava la final four di Coppa Italia e io, giovane palleggiatore, vice di “Pupo” Dall’Olio. In una di quelle sere, passeggiando in riva al lago, Julio Velasco, il mio allenatore di allora e che mi ritroverò di fronte quest’anno sulla panchina di Busto, mi disse che secondo lui avrei dovuto cambiare ruolo perché da palleggiatore non avrei avuto un futuro. Quella sera, la decisione di accettare di passare a fare lo schiacciatore, devo dire mi cambiò la vita. E quindi, essere qui di nuovo per affrontare un nuovo capitolo della mia carriera, ma da allenatore, mi ricorda quel momento”.
Due giorni dopo, Bernardi ha presenziato al vernissage per la presentazione della prima giocatrice russa a vestire la maglia della Igor Volley, Vita Akimova (insieme a lui nella foto in evidenza) di cui ha dichiarato che: “Anche se sono convinto che la pallavolo sia il gioco di squadra per eccellenza, sono altrettanto convinto che all’interno delle squadre ci debbano essere dei punti di riferimento relativamente a determinati fondamentali”. “Credo – ha aggiunto – che questa atleta sia una grande attaccante con anche una ottima battuta in salto e queste due caratteristiche sono quelle principali per un opposto che cercheremo per la nostra squadra di far fruttare al meglio”.