(Rosita Mercatante per iVolleymagazine.it) Ha definito la fine della sua carriera sportiva come un ritorno a casa. Un ritorno atteso, preparato nel tempo, desiderato. Nell’addio alla pallavolo giocata di Luca Vettori, opposto classe ’91, c’è tutta la gioia di cui si tinge il momento del rientro nel proprio mondo dopo che, un’altra, seppur bella, esperienza si è conclusa. Nel post pubblicato sui canali social lo scorso 7 agosto, con cui sancisce il definitivo passaggio ad una “nuova” fase della sua vita, si paragona al protagonista dell’opera pavesiana “La luna e i falò”, Anguilla, le cui vicende sono dettate dal contrastante senso di attaccamento e desiderio di fuga dal paese d’origine.
Una carriera brillante in cui il talento ha prodotto successi prestigiosi sia con la maglia della Nazionale italiana (con la quale ha vinto la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Rio 2016) che con quelle dei Club più blasonati come Modena e Trento. Apparso sempre un po’ “atipico”, sia nella gestione delle emozioni in campo, sia nella riservatezza e nella profondità fuori: qualche storico giornalista lo ricorda leggere Kierkegaard durante le trasferte. La vita da atleta lo hanno portato lontano dai propri luoghi, dai propri affetti e da una serie di interessi rinviati: “Rientro a casa in senso letterale, a Parma, la mia città natale dove tutto è cominciato. Il punto di partenza ed anche il luogo dove la mia scelta ha trovato forma per essere espressa e comunicata. Dall’altra parte anche in senso metaforico perché mi sentivo di riprendere qualcosa che avevo sospeso. Il volley mi ha regalato tante belle esperienze, come la possibilità di stare in gruppo, conoscere tantissime persone e dover trovare sempre la soluzione per affrontare le difficoltà, ma ad un certo punto ho capito che il viaggio si è concluso e volevo fare rientro nella dimensione reale”.
È un’estate diversa rispetto a quelle degli ultimi sedici anni per Luca che non deve proiettarsi alla nuova stagione agonistica ormai alle porte, ma può godersi un po’ di sano relax con gli amici con cui ha scelto di celebrare questo momento trascorrendo qualche giorno sulle colline parmensi. I trentadue anni anagrafici gli avrebbero consentito di continuare a scendere in campo ma… “Era un po’ che accarezzavo l’idea di mettere il punto. Gli ultimi due anni all’estero hanno contribuito a ridimensionare il mio rapporto con la pallavolo. L’anno in Cina non è stato semplicissimo, ma è stata una scelta e non lo rimpiango. Poi l’ultima annata in Francia è stata determinante probabilmente perché mi sono sentito condannato fuori dal campionato italiano, in un ambiente in cui era tutto molto diverso. Ero un po’ saturo e dovevo fare i conti con le mie perplessità. Avevo già un’aspettativa su quello che poteva esserci dopo la pallavolo e quindi ho ritenuto che era arrivato il momento di andarle incontro come si fa verso ciò a cui si vuole tendere, e non solo aspettare che accadesse, rimandare o rifiutare”.
Un nuovo mondo, una nuova vita le cui basi sono state già gettate dalle attività svolte con passione negli ultimi anni: “Sono contento che fin dall’inizio della mia carriera ho alimentato altri interessi soprattutto in ambito sociale. L’attenzione per le realtà svantaggiate mi ha portato a realizzare progetti benefici anche attraverso l’associazione “Brodo di Becchi” costituita con Matteo Piano. Il mondo che si apre è molto grande e ricco di novità. Vengo da un lavoro con dei crismi e con delle prerogative ben definite. Adesso dovrò approcciarmi ad un meccanismo diverso che dovrò apprendere con il tempo. Fino ad ora, come ho sottolineato nel post, mi sono focalizzato ad individuare i luoghi, le città, le realtà a cui mi piacerebbe dedicare il mio impegno. A partire da Parma, la mia città natale o anche Milano dove continuerò a portare il messaggio sportivo ai ragazzi più giovani”.
Infine il suo augurio al mondo della pallavolo: “Auspico che la strada del cambiamento sia a livello mediatico che politico porti a buoni risvolti. Sotto l’aspetto mediatico la visibilità è notevolmente migliorata negli ultimi anni e anche il lavoro svolto dall’associazione dei giocatori è servita per ottenere maggiore attenzione dalle Istituzioni. Anche se non sono più un giocatore continuerò ad essere partecipe di questo progresso”.
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