Simone Giannelli è tanto nel gruppo azzurro, capitano e leader, non solo tecnico. In una squadra coesa come solo quella dei “fenomeni” avevamo visto in passato lui è l’uomo in più in uno spogliatoio di fuoriclasse.
Intervistato da Giorgio Marota per il Corriere dello Sport con l’equilibrio di sempre, ha raccontato come la “sua” squadra arriva all’appuntamento con i quarti contro l’Olanda e si spera oltre.
TIFOSI – “Siamo un corpo e un’anima con i nastri tifosi e vivere questo Europeo in casa è qualcosa di incredibile”.
ATTACCANTE IN PIU’ – “Fin da piccolo amo attaccare. Sicuramente è un’arma in più per l’imprevedibilità del nastro gioco e mi diverto parecchio a mettere a terra palloni. Tutti si aspettano Michieletto, Lavia, Romanò… e poi arrivo io”.
LIVELLO RAGGIUNTO – “Siamo vicini alla miglior Italia. Stiamo crescendo, dopo ogni partita ci sentiamo sempre più forti”.
OLANDA – “Una squadra che ci fard soffrire, con un grande coach come Roberto Piazza che sa tutto di noi”.
NIMIR – “Il mio amico Nimir è un portento. Da solo può caricarsi la squadra sulle spalle e portarla a vincere anche contro squadre sulla carta più forti. È uno da 30 punti e da 5-6 ace a partita. Annullarlo è impossibile, limitarlo si. Difendendo forte, alzando il muro e togliendogli delle certezze”.
VOLLEYMANIA – “Abbiamo fatto sold out praticamente sempre. Un Europeo in Italia è una di quelle opportunità che ti capitato una volta nella vita l’atmosfera è pazzesca, è bello sentire l’affetto che c’è intorno a noi. Purtroppo i tifosi non fanno i punti al posto nostro, quindi questo china di euforia non deve distrarci”.
NIENTE PANCIA PIENA – “In questo Fefè è fantastico. Ma ognuno di noi á mette del suo premendo sull’acceleratore anche in allenamento. Diciamo che l’età ci aiuta: i più vecchi siamo io e Balaso, uno 27 e l’altro 28 anni. Gli altri ne hanno tra i 20 e i 23-24. Siamo un gruppo giovanissimo. A questa età non ci pensi proprio a tirarti indietro. E poi consideriamo sacra la maglia azzurra, come potremmo mollare?”.
ANZANI – “Ci manca tantissimo. Simo è un fratello. Non averlo è un dolore fortissimo. Sappiamo quello che sta passando, ad Ancona è venuto a trovarci e ci ha dato la carica. La sua presenza era un valore aggiunto, ma Simo ci fa bene anche da lontano perché con la sua assenza altri sono usciti dal guscio prendendosi più responsabilità”.
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