(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) Ha festeggiato come se fosse la prima volta che otteneva con la sua squadra la qualificazione a una grande finale: una corsa per il campo serena e spontanea. Eppure il suo curriculum in panchina ce l’hanno pochissimi al mondo. Massimo Barbolini e la sua Savino del Bene hanno sconvolto i pronostici, eliminando l’ambiziosa Vero Volley di Paola Egonu, e si presenteranno alla serie della finale scudetto con la voglia entrare nel paradiso tricolore del volley femminile italiano. Forse si era sottovalutata la forza di una squadra composta da fuoriclasse di assoluta grandezza come la regista serba Maja Ognjenovic, la centrale brasiliana Carol e la risorta cinese Zhu Ting che dopo una operazione al polso, che l’ha tenuta lontana dal campo per oltre un anno, è tornata dopo un logico periodo di ripresa ad esaltare e primeggiare, convincendola ad annunciare il ritorno nella sua nazionale da cui manca da tre anni. Elementi di prima grandezza che hanno contribuito alla grande crescita di un gruppo in cui non mancano talenti di casa
nostra, come la nuova principessa dell’attacco Antropova, il libero Parrocchiale, la dotatissima centrale Linda Nwakalor e la giovane mancina Diop dal servizio preciso e pungente.
Massimo Barbolini, che in estate tornerà a lavorare in azzurro al fianco del suo maestro Velasco e in autunno parteciperà da allenatore alla nascita della nuova League One Volleyball negli Usa, e le sue atlete sono arrivati alle semifinali forse eccessivamente sottovalutati dai pronostici: “In stagione abbiamo perso delle partite solo contro squadre più forti di noi (Conegliano, Milano e l’Eczacibasi ndc). Ma le mie ragazze sono cresciute individualmente e come squadra. Il grande lavoro fatto con pazienza ci ha portato a limitare gli errori nei momenti negativi e a riuscire a scappare via quando giochiamo bene. Per riuscirci tutta la squadra è maturata e grazie al gran lavoro dello staff è riuscita a lavorare senza importanti infortuni con grande continuità. Un passaggio non marginale avere avuto quasi tutti giorni in partita e in allenamento la squadra al completo. Non ci sono segreti dietro ai nostri risultati: grande volontà a crescere delle più giovani e disponibilità nelle campionesse più esperte”. Poi ha proseguito e concluso il tecnico modenese: “Arrivare in una finale scudetto è una cosa difficile e importante, sia per noi sia per la società. Lo dico con il cuore, pensando al patron Nocentini una persona che veramente ci mette tutto e non solo a livello economico. Per lui riuscire a coronare questo sogno è importante. Però non dobbiamo celebrare troppo la qualificazione alla finale Perché ora che ci siamo si riparte da zero. Ora c’è la finale”.
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