(Laerte Salvini per iVolleymagazine.it) C’è chi nella propria carriera sportiva ha compiuto scelte imprevedibili per riprendere nuovamente in mano il suo percorso. Un cambiamento, che per Ofelia Malinov è significato sposare la causa dello Zeren Spor in Turchia, un trasferimento ad Ankara per aprire un nuovo capitolo di una vita fatta di successi sì, ma anche di momenti in cui la luce sembrava lontana.
“Penso che il campionato turco sia uno dei più forti, insieme a quello italiano – racconta “Lia” dalla sua Ankara – Volevo mettermi in gioco in un ambiente nuovo. Venire qui è stata un po’ una scelta a scatola chiusa, perché non sai mai cosa trovi in una società appena nata. C’erano dei lati negativi: la squadra si affacciava per la prima volta a questo campionato, quindi ci è stato chiesto un po’ di adattamento su tante cose, soprattutto organizzative. Ma ci sono stati più pro che contro. E sono felice della mia scelta.”
ZEREN – La squadra di Malinov occupa al momento l’ottavo posto in classifica, in una stagione in cui dopo un avvio complicato iniziano ad arrivare le soddisfazioni: “Abbiamo iniziato con quattro sconfitte. La squadra era tutta nuova, lo staff pure, quindi ci è voluto del tempo per amalgamarci e conoscerci. Bisognava avere pazienza per impostare un lavoro e aspettare che desse i suoi frutti. Abbiamo giocato contro squadre forti, che non ci hanno facilitato le cose, ma poi ci siamo trovati e abbiamo cambiato qualcosa. I risultati si sono visti: sono super contenta, anche se c’è ancora tanto da fare. Proprio perché la società è nuova, il pubblico di Ankara si sta appassionando piano piano. Contro le squadre più forti il palazzetto è sempre pienissimo, e questa atmosfera, con tifosi sempre più numerosi, ci dà una carica positiva. Siamo una squadra neopromossa e non è scontato puntare subito ai risultati. Per ora l’obiettivo è arrivare nelle prime otto e giocarci i play-off. Se poi riusciremo ad arrivare più in alto, non ci tireremo indietro.”
FORZA – “Non ho mai mollato, nemmeno nei momenti più difficili. Anche quando tutto sembrava insormontabile, ho continuato a credere che sarei riuscita a venirne fuori. – poi sottolinea la regista figlia d’arte – Sono orgogliosa del percorso fatto. La mia forza è stata quella di non arrendermi mai, e questo mi ha portato ad affrontare ogni ostacolo con determinazione. Sono strafelice del percorso che ho fatto e di come sono riuscita a uscirne. Ho sempre creduto che, prima o poi, ce l’avrei fatta. Questo mi ha dato la forza per affrontare tutto con determinazione.”
FRAGILITÀ – “Il momento più buio è stato dopo il Mondiale, durante la stagione a Scandicci. È stato un periodo difficilissimo, ma sono grata di averlo superato. Mi ha fatto capire tante cose e mi ha dato più coscienza della realtà. Anche i momenti negativi, se affrontati nel modo giusto, possono lasciarti qualcosa di positivo. La componente psicologica è fondamentale. È quella che ti permette di fare il salto di qualità. Ci vuole tempo e costanza per lavorarci, ma quando di testa sei preparato, il corpo ti segue. Penso che non ci siano limiti mentali, se non quelli che ci imponiamo da soli”.
CONSAPEVOLEZZA – “E’ stato un periodo nero, che mai avrei pensato di affrontare. Non lo augurerei a nessuno, ma ne sono uscita più forte. Le cose non succedono mai per caso: quel periodo mi ha dato consapevolezza e mi ha fatto crescere. Essere leader non è qualcosa che decidi da un giorno all’altro: è un ruolo che conquisti con il tempo. Mi piace essere un punto di riferimento per le mie compagne, dare tutto quello che ho e sapere che si possono fidare di me. È un percorso lungo, ma penso di essere sulla strada giusta.”
LA NAZIONALE – “Per me la Nazionale è sempre stata motivo di grandissimo orgoglio e motivazione. Non c’è mai stata una chiusura da parte mia, nemmeno nei momenti di difficoltà. L’unica volta che non sono potuta andare è stato per ovvie ragioni personali. Per il resto, la voglia di tifare e giocare per la maglia azzurra non è mai mancata. La vittoria dell’oro olimpico non è stato frutto solo dell’ultima estate, ma di un percorso lungo anni. Ho i brividi a ripensarci: è stato un momento storico, bellissimo. Penso che l’Italia se lo sia meritato, per il valore tecnico, tattico e per il lavoro fatto da tutte le giocatrici”.
CAMBIAMENTI – “Credo che in Italia ci sia troppo stress, soprattutto per noi giocatrici. Si vuole tutto e subito, ma non sempre questo approccio funziona, soprattutto in uno sport di squadra dove servono tempo e pazienza per costruire qualcosa di importante. Forse è anche per questo che tante scelgono di andare via. All’estero si respira un clima diverso: qui in Turchia, per esempio, c’è tanto entusiasmo e voglia di fare bene, ma non è un ambiente esasperato. Questo ti aiuta a concentrarti sul gioco, a divertirti e a migliorarti. Io ho scelto di venire qui, anche per mettermi alla prova in un campionato diverso, ma sicuramente vivere un’atmosfera meno pesante ha il suo peso”.