Mentre le sei finaliste (Cina, Stati Uniti, Serbia, Brasile, Olanda e Turchia) si preparano al gran finale della Volleyball Nations League femminile, l’Italia di Davide Mazzanti fa di necessità virtù e si gode una ventina di giorni di riposo, prima di riprendere la preparazione verso il grande appuntamento della stagione: il Mondiale, che si giocherà in ottobre in Giappone.
Le azzurre, nonostante abbiano giocato tre settimane di grande pallavolo, sono rimaste escluse. Chirichella e compagne hanno finito la loro VNL con una vittoria in meno della Turchia quinta qualificata. Sul loro bilancio pesano non tanto i ko con gli Stati Uniti e le turche che le hanno battute nella prima settimana, quando l’Italia per scelta è scesa in campo senza 5 titolari, quanto i ko subiti al tie-break contro la Polonia e il Giappone. Squadre che come hanno dimostrato il torneo e la classifica finale, sono di livello inferiore alle Azzurre.
Ma adesso occorre cancellare in fretta la delusione del mancato ingresso nelle finali di nanchino e guardare con attenzione e soddisfazione il bicchiere mezzo pieno che ci ha mostrato la VNL. Questa Italia, al completo, ha dimostrato di essere tra le primissime al mondo, ma soprattutto ha fatto vedere di avere ampi margini di miglioramento e nuove frecce nella sua faretra. Sono bastati 30 giorni per convincere tutti gli addetti ai lavori che accanto alla classe ed all’esperienza di De Gennaro e Bosetti, alla fresca, ma già collaudata, qualità di Chirichella, Danesi e Malinov, all’indiscussa personalità della potente Egonu, c’è una Pietrini, che a 18 anni e con un solo campionato di A2 alle spalle, ha dimostrato di essere pronta per giocare a livello assoluto. E con lei Marina Lubian, una centrale moderna, che a livello giovanile ha vinto tutto. A parte abbiamo lasciato due nomi, due certezze che si chiamano Sylla ed Ortolani. Miriam è stata frenata da un problema al ginocchio nel momento in cui stava facendo vedere quanto siano importanti i suoi colpi e la sua grinta nell’economia della squadra. Serena (l’ultima fuoriclasse dell’Italia che vinceva che veste l’azzurro) può essere una fondamentale chioccia per un gruppo che ha bisogno di colpi e tranquillità.
Mazzanti ora ha tutto il tempo per fare le sue valutazioni, così come non gli mancheranno i test agonistici per scegliere il gruppo migliore per il Mondiale. Il bicchiere è mezzo pieno, ma c’è ancora tanto vino da versare per farlo ben colmo.