(Giorgio Marota per iVolleymagazine.it) – “Noi sardi abbiamo un attaccamento particolare con la nostra terra. Non lo so spiegare, è qualcosa che ti prende il cuore e la pancia”. Alessia Orro ha i Quattro Mori scolpiti nell’anima. E sente continuamente il profumo del mare, anche se ormai vive e gioca a 783 km di distanza da casa. La giovane palleggiatrice della UYBA Volley, una delle stelle della nuova generazione d’oro della pallavolo italiana, non ha mai dimenticato le sue origini.
Da Narbolia, in provincia di Oristano, è arrivata a Busto Arsizio nella stagione 2017-18, passando per un importante tirocinio con il Club Italia che lei definisce “un’esperienza di vita meravigliosa che mi ha reso donna a 15 anni”.
Ma vuoi mettere le spiagge e il clima della Sardegna? “Io la nebbia ancora non la sopporto – ha scherzato – quando c’è il sole gioco pure meglio. Sono fatta così, solare dentro e fuori”. Il suo sorriso è contagioso, come la sua ambizione più grande: “Vorrei vincere lo scudetto”. È un sogno che coltiva dalle prime schiacciate nelle giovanili e nella Serie C della Pallavolo Oristano, in cui giocava da banda e da centrale. È grazie al Club Italia di Marco Mencarelli, tecnico che ha ritrovato in A1, se si è trasformata in una delle alzatrici più forti del panorama europeo.
Classe 1998, Alessia Orro ha l’esperienza di una veterana: oro mondiale U18, bronzo mondiale U20, convocazione alle Olimpiadi nel 2016 (a 18 anni) e argento con le “grandi” nel World Grand Prix 2017. Per chiudere il cerchio è mancata soltanto la convocazione ai recenti Mondiali in Giappone. “È stata una porta sbattuta in faccia – ci ha confidato – ha fatto tanto male. Ho sofferto, ho pianto, ma poi ho pensato che questa scelta potesse trasformarsi in una nuova opportunità. Non ho ancora parlato col ct Mazzanti, però so che mi stima”. Forse non passerà alla storia come una “ragazza terribile” in stile Egonu, Sylla, Danesi, Bosetti e co, ma il suo livello di gioco sta crescendo partita dopo partita e il futuro tifa anche per lei.
“Sono soddisfatta della squadra e delle mie prestazioni – ha aggiunto – A Busto c’è un grande ambiente. Novara, Scandicci e Conegliano hanno qualcosa in più soprattutto dal punto di vista fisico, ma noi possiamo diventare la sorpresa di questa A1 nella seconda parte di stagione. Nello spogliatoio abbiamo fissato gli obiettivi: provare a vincere Coppa Italia e Coppa CEV. Le partite più belle? Scelgo le vittorie contro Monza e Casalmaggiore”.
Alessia pensa già al futuro (“prima o poi mi iscriverò all’università per fare scienze motorie”), ma è soprattutto in una scelta del passato che risiede il segreto del suo successo. Il volley italiano ha un grande debito con mamma Caterina: “Sono cresciuta in palestra – ha concluso Orro – lei giocava e allenava. Era bravissima e molte delle cose che so sulla pallavolo me le ha insegnate lei. Io però da piccola facevo anche equitazione e un giorno mi ha messo davanti a una scelta: “Non puoi fare entrambe le cose”. Io allora scelsi i cavalli. Lei sorrise, poi disse una frase che non dimenticherò mai: “scherzavo, puoi continuare così se vuoi”». Fu davvero la prima a intuirne il talento. Ah, se non ci fossero le mamme…
Foto di Stefano Moroni