Il doppio ko interno di Scandicci e Conegliano contro Fenerbahce e Eczacibasi, fa uscire la pallavolo italiana femminile di club parzialmente ridimensionata dall’ “esame di turco”. Dopo i match di andata soltanto l’Igor Novara può sorridere, anche se la strada per arrivare alla finale di Berlino è ancora molto lunga e passa prima dalla secoda gara contro Stuttgart e poi dal big match contro la Dinamo Mosca, o più probabilmente contro la terza grande turca il Vakifbank. Sui motivi dello strapotere dei club di Istanbul è intervenuto il presidente del’Imoco Conegliano sulle colonne de Il Gazzettino di Treviso, intervistato da Luca Anzanello:
“La differenza la fanno in primo luogo le risorse economiche. Negli ultimi anni la Turchia ha avuto una capacità di spesa che valeva 4 o 5 volte quella del movimento pallavolistico italiano. Oggi magari questa capacità vale 3-4 volte la nostra, ma la differenza è sempre grande. Non riusciamo a fronteggiare i loro budget, che a volte sono integrati da banche importanti, in certi casi anche nazionali. In Italia, invece, le squadre sono tenute in piedi da sponsor privati. Non dimentichiamo poi che Istanbul conta 15 milioni di abitanti, mentre l’intera Marca non arriva al milione. Numeri che ci fanno capire il diverso bacino di utenza, anche in termini di budget. Nonostante queste differenze – riflette Garbellotto – finora le squadre italiane hanno sempre venduto cara la pelle, come dimostrano la vittoria di Casalmaggiore e i nostri podi degli ultimi due anni. Si può supplire alle minori risorse economiche muovendosi sul mercato con oculatezza e qualche tocco di creatività italiana”.