Anche quest’anno l’Agenzia ONU per i Rifugiati – UNHCR promuove la Campagna “Mettiamocelo in testa” di UNHCR – Agenzia ONU per i rifugiati per raccogliere fondi da destinare all’istruzione dei bambini in fuga da guerre e persecuzioni. Il mondo dello Sport scende in campo per sostenere questa importante iniziativa che vede
impegnati come testimonial la schiacciatrice dell’Imoco Volley e dell’Italia Miriam Sylla; il centrocampista dell’Inter Kwandwo Asamoah e 3 grandi del calcio italiano: Demetrio Albertini, Giuseppe Bergomi e Alessandro Costacurta.
Questo il contributo di Miriam Sylla: “Se penso agli anni della scuola mi viene da sorridere: non ci andavo volentieri. Per me la priorità era la pallavolo. Ma ovviamente, come tutti i bambini che hanno la fortuna di crescere in Paesi come l’Italia, a scuola ci andavo. Era un obbligo che percepivo e comprendevo: se non andavo a scuola, la mia famiglia non mi avrebbe permesso di andare a giocare a pallavolo, che era il mio grande sogno e desiderio. Questo ricordo è affiorato non appena UNHCR mi ha chiesto di sostenere la Campagna di raccolta fondi Mettiamocelo in testa che ha l’obiettivo di garantire ai bambini in fuga dalla guerra scuole, libri e insegnanti. Per un bambino rifugiato che ha perso tutto, a volte anche i propri genitori, poter andare a scuola è fondamentale. Mandare un bambino a scuola significa letteralmente salvargli la vita perché un bambino rifugiato che non va a scuola è esposto al rischio di cadere nelle mani di sfruttatori, di criminali e bande armate. Ma la scuola è anche speranza in un futuro dignitoso. I piccoli rifugiati a scuola acquisiscono quelle competenze che un giorno, da adulti, saranno preziosissime per costruirsi una vita dignitosa e contribuire allo sviluppo dei loro paesi e delle loro comunità di appartenenza. Pensate che bastano solo 2 euro per garantire 1 mese di scuola a un bambino rifugiato. E’ possibile contribuire in modo semplice inviando un SMS da 2 euro al numero 45588 oppure donando da rete fissa 5 o 10 euro. Mettiamocelo in testa: i bambini rifugiati devono studiare. Per vivere.”
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