Dalla Cina all’Italia, da una zona rossa all’altra. Il 2020 è iniziato in maniera difficilissima per Tine Urnaut, il capitano della nazionale Slovena vice-campione d’Europa: andato via da Shanghai nel momento in cui il Covid-19 si stava allargando, è arrivato a Monza dove aveva già un accordo per il post campionato cinese. E qui è rimasto bloccato dalle misure restrittive del Decreto del Presidente del Consiglio. Intervistato da Diego De Ponti per Tuttosport ha parlato con la consueta disponibilità di questi mesi strai che ha vissuto.
“Non si sente un po’ perseguitato da questo virus? “Un poco sì, ma cerco di prendere questa situazione con lo spirito giusto, con molta attenzione alle prescrizioni, senza spostamenti inutili. La fidanzata la sento regolarmente, la mia famiglia dalla Slovenia mi è molto vicina. Ora il mio pensiero è rivolto a chiudere la stagione in Cina. Le notizie che stanno arrivando fanno bene sperare. E’ una cosa positiva per tutti”.
Che ricordo ha del suo periodo in Cina? «Non abbiamo avuto nessun problema. Noi eravamo molto isolati. Ci allenavamo in un centro sportivo molto controllato ed eravamo seguiti costantemente. Per allenarci venivamo prelevati e portati all’impianto. Stessa cura anche per le nostre altre esigenze. Quando la situazione si è fatta più difficile, i responsabili del campionato ci hanno subito invitato a lasciare il paese. Si prospettava l’evenienza della cancellazione dei voli e siamo partiti. Perb sono in attesa di tornare”.
È sotto contratto? “Sì, sono sotto contratto con Shanghai e aspetto una chiamata per andare a completare il campionato. Quando siamo partiti ci è stato prospettata la possibilità che da metà marzo si potesse ricominciare”. Immaginava che il virus sarebbee arrivato anche in Europa? “Non me lo aspettavo pero sapevo, dall’esperienza fatta in Cina, che è un virus aggressivo che si propaga con facilità. Quando ho sentito le prime notizie che riguardavano l’Italia ho immaginato quello che poteva avvenire”.
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