Matteo Piano, uno dei campioni azzurri più amati dell’ultima generazione sta vivendo in questi mesi difficili l’ennesima convalescenza della sua carriera, dopo aver recuperato da un’operazione alla schiena nel 2016, dai problemi al tendine di Achille del 2018, ora sta lavorando per tornare in campo dopo l’operazione al legamento crociato del ginocchio. Intervistato da Domenico Marchese per La Stampa Ed.Torino ha raccontato dello spavento per una febbre che non voleva passare e della speranza che il rinvio dei Giochi Olimpici gli possa permettere di giocarsi tutte le sue carte per essere sull’aereo che porterà gli Azzurri di Blengini a Tokyo.
PAURA DELLA FEBBRE – “Qualche settimana fa non stavo bene, avevo la febbre, difficoltà respiratorie ma niente tampone. Mi sono messo in quarantena preventiva con una decisione autonoma, era per il bene mio e di chi mi sarebbe stato vicino. … Tanti miei amici mi hanno preso in giro per sdrammatizzare – racconta sorridendo -. Zona rossa di origine e zona rossa in cui vivo. Asti mi manca tantissimo, ma dovrò aspettare ancora per raggiungerla, per rivedere i miei amici. Devo finire il percorso riabilitativo, questo mi rattrista ma è giusto farlo. La distanza da casa mia l’ho accusata tanto durante le feste. Spero di ritornare almeno per qualche giorno”.
SOGNO OLIMPICO – “La quarantena non mi sta aiutando in vista del recupero, avrei bisogno di un lavoro diverso, mancava un mese scarso alla fine. In chiave Olimpiadi ho davanti sicuramente più campo, e non è male. Potermi allenare, fare una stagione, avere più partite e tanto agonismo: il campo è meglio, quindi è chiaro che sarò più pronto peri Giochi il prossimo anno rispetto ad ora”.
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