Giacomo Raffaelli ha vinto la sua partita più importante quella contro il cancro, di cui è stato operato lo scorso settembre. Il 25nne schiacciatore toscano ha raccontato la sua storia a Vincenzo Benini per il Corriere Romagna.
RACCONTO – “L’anno scorso ho vinto la mia battaglia contro il cancro. So che potrebbero essercene altre, ma in tal caso continuerò ad affrontarle da combattente… E’ stato un fulmine a ciel sereno – racconta lo schiacciatore azzurro che milita nella Ligue A francese a Poitiers – proprio quando stavo per cominciare la mia nuova esperienza. Subito dopo le Universiadi, mentre stavo facendo la preparazione in Francia mi è stato diagnosticato un tumore. Sono stato operato a fine settembre a Milano e per fortuna è andato tutto bene”.
REAZIONE – “Come ho affrontato la cosa? Con la stessa grinta con cui affronto le partite, solo che questa sfida non era in programma, vivendolo con poche persone, ovvero con la mia famiglia e la mia fidanzata. Ho cercato sempre di avere un atteggiamento positivo, ma è stata durissima sia a livello fisico, sia mentale. Sono stato fortunato a combattere la malattia in tempo, traendone anche degli importanti insegnamenti… Adesso sto molto meglio. L’esito delle ultime analisi è stato molto positivo. Dovrei svolgere degli esami più specifici a Milano, ma a causa dell’attuale situazione non è possibile farlo. È una battaglia che sto vincendo, ma che potrebbe non essere ancora conclusa. Vedremo come andrà in futuro, ma io sono sempre pronto a lottare”.
VICINANZA – “Qualche giorno fa mi ha scritto Bonitta. E poi Giannelli, Sbertoli, Russo, Ricci, Lavia e altri. In tempo reale l’ho detto solo a Orduna e Goi, chiedendo loro di mantenere il massimo riserbo. Giocando a Monza, abbiamo potuto vederci in ospedale”.
LA PALLAVOLO – “Mi ha aiutato moltissimo. Sono tornato in campo a inizio novembre, dopo aver saltato le prime quattro-cinque giornate. È stato un grande stimolo per me, ma ci ho messo due mesi per ambientarmi nel modo giusto, un po’ per la solitudine, un po’ per la lingua, un po’ perché il modo di giocare è diverso dall’Italia. Superati questi ostacoli è andato tutto bene, con il Poitiers che doveva disputare la Final Four di Coppa e stava cercando di conquistare la posizione migliore possibile in vista dei play-off”.
FUTURO – “Rimango a Poitiers per un altro campionato. C’è un bel feeling con lo staff tecnico e mi trovo bene come ambiente. Questa è una società un po’ come il Porto Robur Costa, una “Ravenna francese”, dove si punta molto sui giovani. In più il torneo francese sta diventando sempre più competitivo… La Superlega? In futuro mi piacerebbe tornare. Cerco di godermi ogni occasione, provando a sfruttarla sempre al massimo, e se ci sarà una chiamata mi farò trovare pronto”.
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