(Carlo Lisi per il Corriere dello Sport) Massimo Righi, se ci permette una battuta, è stato eletto presidente presidente di casa sua?
“Di casa mia no, ma di un luogo che amo sì. Il mondo della pallavolo di serie A è un ambiente in cui sono cresciuto come uomo e come professionista, quindi sicuramente è un ambiente domestico per me”.
La sua candidatura è arrivata dopo una richiesta delle società.
“Non era un mio obiettivo quello di fare il Presidente. Ho sempre pensato che sia coerente con i nostri obiettivi avere la figura di un Presidente super partes, con le idee chiare e lungimiranza, con accanto un Amministratore Delegato, figura che ho ricoperto in questi ultimi anni. La mia presidenza è una candidatura di servizio che avrà un termine”.
L’ultima volta che ci eravamo sentiti era in occasione della finale di Coppa Italia a Bologna, l’ultimo grande avvenimento della pallavolo italiana… Quante cose sono cambiate d’allora?
“Nel giro di due mesi è cambiata la vita di tutti. E’ cambiato il mondo, è cambiata la pallavolo, è cambiata la Lega. Quello che abbiamo vissuto e stiamo vivendo è stato un choc davvero incredibile”.
Avrà il compito non facile, ma forse bello, di riportare in campo un movimento: una cosa che forse nessuno avrebbe mai pensato di dover fare.
“Devo dire che anche da Ad semplice il problema sarebbe stato il medesimo. Sotto questo punto di vista l’impegno c’era già da diverse settimane con il CdA con il presidente Mosna che di fatto aveva già lanciato la nuova stagione. Adesso il compito è di riuscire a portare in salvo i conti delle società e trovare delle misure di rilancio affinché possano affrontare in maniera sicura la prossima stagione. L’idee non mancano, non sarà facile, avremo solo la necessità di avere qualche elemento di sicurezza in più. Mi riferisco a protocolli sanitari, alla data in cui si potrà tornare in palestra ed a giocare anche solo con porte parzialmente aperte”.
L’ordinamento dei campionati rimarrà lo stesso?
“Stavamo portando avanti un cambiamento che doveva terminare nella stagione 19-20. Con l’interruzione della stagione il completamento del percorso avverrà nel 20-21, un percorso che doveva portare a una SuperLega a 12 squadre, una serie A2 a 12 e 48 in serie A3. Sul tavolo ci sono anche altre misure che potremmo adottare, ma occorrerà avere elementi certi a livello di dati e di date”
na ripartenza che sarà molto difficile soprattutto se non ci sarà il pubblico sugli spalti?
“Io ho già detto che non vorremmo fare tutto il campionato a porte chiuse. Noi non viviamo di contratti televisivi, ma di altre cose, di contatto con le persone di visibilità, Se si potrà riprendere a porte semi aperte, con distanziamenti di un certo tipo noi programmeremo in questa direzione. Una stagione completamente a porte chiuse è insostenibile per i club di serie A la possiamo escludere sin da adesso”.
Pallavolo Lega Maschile – Massimo Righi: “Non lasceremo indietro nessuno”
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